lunedì 25 febbraio 2008

Asterischi

Asterisco.
Asterisco.
Asterisco.
235 istruzioni da commentare, un lavoro adatto ad uno sbarbatello fresco di corso e che invece tocca a me, come tutti i giorni passati e come probabilmente tutti i giorni futuri fino a che mi diranno basta così, arrivederci e grazie per tutti gli asterischi. Dopo anni di applicazione, di professionismo, ritrovarsi sempre e comunque a disinnescare parti di programmi spesso delicati perché quelle procedure non sono più applicabili è un lavoro ripetitivo e quantomeno noioso.
Asterisco, asterisco, asterisco.
Mi sembra di essere un disco rotto, sempre le stesse lamentele, sempre a far notare quanto sia avvilente e frustrante il mio lavoro:
- Ma perché non cambi? - Mi aveva chiesto Susanna, 3 mesi fa, mentre davanti al solito drink serale snocciolavo nelle sue orecchie la stessa tiritera; non ne potevo davvero più di continuare a quel modo, senza mai vedere qualcosa di diverso da fare.
- Non è un momento facile per il mercato dell'informatica, le aziende non investono e c'è poco movimento; si dice che la situazione non può continuare così e prima o poi qualcuno comincerà un progetto grosso, ma al momento tutto tace.
- Secondo me non cambi perché te la fai sotto! Sono mesi che ti lamenti di quanto è noioso eppure non fai niente per migliorare la situazione: hai cercato di farti dare qualche altro lavoro dai tuoi capi?.
- Da loro non c'è altro lavoro se non quello; gli ho chiesto se c'era altro da fare, qualche programma nuovo, ma mi hanno sempre risposto picche.
- E allora cambia posto! Cercane uno dove ti facciano fare qualcosa di diverso, altrimenti finirai ad ammuffirti!
- Ma il mercato...
- Il mercato non c'entra! se sei così stufo di cosa stai facendo, ti conviene cambiare, e pazienza se per qualche giorno non si lavora.
Asterisco, asterisco, asterisco.
Sotto la spinta dell'insofferenza verso la mia attività avevo cominciato a far girare la voce tra i miei ex-colleghi, gente che nella mia decennale carriera avevo incontrato dai clienti più disparati, nella speranza che uno di loro mi offrisse un'occasione, una scappatoia da quella situazione ormai insopportabile; dopo un mese dalla mia chiacchierata con Susanna, Giovanni, uno con cui ho lavorato per 3 anni nel petrolchimico mi scrisse una e-mail, invitandomi a chiamare un numero per fissare un colloquio con la sua azienda, una di quelle ditte di consulenza informatica che vivono affittando i propri dipendenti ad altre aziende. Con nulla da perdere, tirai fuori dal taschino della camicia il mio cellulare e composi il numero, dopo qualche squillo mi rispose una voce giovane e squillante, di sicuro una ragazza sui vent'anni, che in breve mi fissò un appuntamento col loro responsabile del reclutamento. Tre giorni dopo mi presentai all'indirizzo fornitomi, forte del mio curriculum e della buona opinione di Giovanni sul mio operato professionale; non era il primo colloquio che affrontavo, eppure mi sentivo nervoso, come se fossi stato alle prime armi di fronte alla grande occasione:
- Prego, prego, si accomodi pure. - Il responsabile è una signora sulla quarantina d'anni ben vestita, ma per nulla appariscente, accanto a lei si trovava un signore più o meno della mia età, impeccabilmente vestito in giacca e cravatta col sorriso smagliante e lo sguardo sicuro, uno di quei tipi con abbastanza faccia tosta da vendere il ghiaccio agli esquimesi: sicuramente un commerciale.
- Grazie.
- Io sono la signora Maifredi e questo signore qui accanto è il signor Ambrosini, il nostro responsabile al collocamento dei programmatori presso i nostri clienti. Possiamo offrirle qualcosa? un caffè?
- Oh,sì grazie mille
il sorriso amichevole della signora Maifredi in qualche modo mi tranquillizzò e mi permise di compiere un normale colloquio di lavoro, in cui ripercorsi la mia carriera professionale dagli inizi, sottolineando le esperienze avute in manutenzione software.
Asterisco, asterisco, asterisco.
Da quel colloquio erano passati altri 40 giorni, 40 giorni in cui il telefono era rimasto muto:
- Appena avremo una posizione da offrirle la contatteremo - mi aveva detto il signor Ambrosini col suo sorriso smagliante da pescecane.
Avevo già pronta la lettera di dimissioni, dovevo solo metterci la data, e nel frattempo continuavo la mia monotona attività, non ne avevo proprio più per quel lavoro ed ero pronto a rischiare il tutto per tutto. Quella sera presentai la lettera ai miei capi, con 15 giorni di preavviso come da contratto.
Asterisco, asterisco, asterisco
Due giorni dopo Ambrosini mi telefonò:
- Salve signor Valsecchi, si ricorda di me?
- Buonasera, sì sì, mi ricordo. Ha delle novità?
- Uno dei nostri clienti migliori ci ha appena inoltrato una richiesta per una posizione che sembra proprio adatta a lei. A quanto pare un loro cliente si è trovato a dover coprire un buco d'organico per un progetto estremamente urgente, tanto urgente da non richiedere nemmeno un colloquio; viste le richieste mi è venuto in mente che il lavoro la potrebbe interessare. Riesce a liberarsi un paio d'ore per domani mattina?
- Sì, non dovrebbero esserci problemi. Dove ci troviamo?
- Si presenti alle 8.30 in sede da noi, l'accompagno io dal nostro cliente. Lei si rilassi stasera e non si preoccupi, andrà tutto bene. A domani.
- Arrivederci e a domani.
Stentavo a crederci, avevo una possibilità di cambiare! Come non mi succedeva da tempo la giornata mi sembrava stupenda e un largo sorriso era sbocciato sulla mia faccia.
Asterisco, asterisco, asterisco.
Il secondo colloquio andò benissimo, mi dissero che era necessario qualche giorno prima di poter cominciare dal loro cliente, questioni burocratiche da sistemare, ma che ero davvero la persona adatta per quel particolare progetto: Manutenzione software di un applicativo bancario che per le ultime norme sulla trasparenza doveva subire pesanti modifiche. Un progetto simile a quello che stavo seguendo al lavoro! Sì, ero decisamente l'uomo adatto, fresco d'esperienza sul tema.
Qualche giorno dopo i miei ormai ex-colleghi mi fecero una festa d'addio durante la pausa caffè; ero commosso e sinceramente mi dispiaceva lasciarli, persone con cui ho condiviso mesi e mesi di lavoro e di discussioni sul campionato e sulla politica.
Asterisco, asterisco, asterisco.
Dal finestrino dell'X5 del signor Ambrosini, quelle vie mi sembravano fin troppo familiari. Dopo qualche giorno passato a sciare, finalmente era arrivato il momento di conoscere il mio nuovo posto di lavoro; che tanto lontano dal vecchio non sembrava, visto che il commerciale mi stava portando nello stesso quartiere. Sapevo che in quella zona si trovavano altri centri di elaborazione dati, eppure una strana sensazione si era impossessata della mia mente, sensazione rafforzatasi quando Ambrosini imboccò la via del mio vecchio ufficio. Di fronte all'ingresso di quel palazzo che ho frequentato per anni ci aspettava il cliente, col suo sorriso smagliante che dopo pochi convenevoli ci fece strada verso la mia nuova postazione; quarto piano, le facce dei colleghi che avevo salutato solo una settimana prima mi guardavano con stupore, qualcuno stava trattenendo a stento uno scoppio d'ilarità perché aveva realizzato l'assurda situazione in cui ero incappato
- Toh, guarda chi c'è! ma non ci eravamo detti "addio" una settimana fa? con tanto di fazzoletti bianchi?
Non ci potevo credere. Era assurdo. È assurdo
Asterisco, asterisco, asterisco, asterisco...

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