mercoledì 30 dicembre 2009

L'arrivo

- Li hai fatti infuriare - disse Luisa, sdraiata sul suo letto.
- Quel babbuino si è preso una libertà di troppo, dovevo dargli una lezione. -
- Non era sufficiente riprendersi i biscotti? Voglio dire, l’hai pestato a sangue! -
- Non avrebbe capito… Invece così ha imparato a temerci - disse, mentre con calma si toglieva i vestiti impolverati; Luisa era una delle sue migliori amiche, e l’unica che aveva la possibilità e i giorni per poterla accompagnare in quel viaggio: l’aveva conosciuta qualche mese dopo il suo ritorno in Italia, 6 anni fa, quando aveva cominciato a frequentare un pub, era la prima volta che facevano un viaggio insieme.
- Avresti dovuto vedere le loro facce… - riprese Luisa, mentre sfogliava una rivista di moda - Spero che questa tua bravata non ci costi la vacanza. Se l’ambasciatore viene a sapere cos’hai combinato ci rip… -
- L’ambasciatore non può farci nulla, le nostre guide non diranno nemmeno una parola. Mi faccio una doccia -
- Ok -


L’aereo era atterrato da una decina di minuti, quando finalmente i portelloni si aprirono e i passeggeri cominciarono ad assaporare la calda atmosfera africana dell’aeroporto internazionale di Nairobi. Dopo anni di attesa avrebbe rimesso piede su quelle terre, avrebbe ricalcato quella porzione di mondo in cui aveva lasciato così tanto di se stessa e che l’aveva profondamente cambiata; ci volle una mezz’ora prima che riuscisse a recuperare le valigie, non pensava di essere attesa all’uscita; un uomo in completo blu scuro, nonostante il caldo torrido, le venne incontro – La signora De Simone? – chiese gentilmente.
- Sì, sono io. - rispose
- Può cortesemente seguirmi? L’ambasciatore vorrebbe parlarle -
- Con me? Non capisco, spero non ci siano problemi con il mio visto -
- Non si preoccupi, credo che voglia soltanto scambiare due parole - rispose l’uomo sorridendole - non le faremo perdere molto tempo; se necessario l’accompagneremo noi al resort in cui ha prenotato. -
- E la mia amica? Per lei è la prima volta, non vorrei si perdesse. -
- Può accompagnarci. -
Non poteva immaginare un inizio peggiore per la sua vacanza, nonostante gli anni passati il suo nome all’interno dell’ambasciata era ancora ben noto, ed evidentemente il suo ritorno in Africa aveva destato preoccupazione. Che avessero intuito le sue intenzioni? Negarsi avrebbe peggiorato la situazione.
- Va bene, mi faccia strada - rispose con voce calma.


Con gli occhi chiusi assaporava l’acqua calda che cadeva sul suo corpo nudo, lasciando che i muscoli si sciogliessero dalla tensione del lungo viaggio, scorrendo rapida sulla sua pelle abbronzata.


L’ufficio dell’ambasciatore era luminoso ed inondato dal sole, schermato soltanto da alcune leggere tende di lino bianco; Il diplomatico, un uomo robusto sulla cinquantina, si trovava seduto alla sua scrivania di fronte ad un fascicolo quando entrò nella stanza.
- Benvenuta signora De Simone, si accomodi, grazie - disse l’uomo con un sorriso - mi scusi se l’ho fatta venire fin qui, non ho intenzione di farle perdere del tempo. Vorrei porle una domanda, posso? -
- Prego -
- Cosa è venuta a fare in Kenya? -
- Una semplice vacanza… mi manca tantissimo l’Africa e volevo tornare a godermi quest’aria e gli stupendi panorami della savana - Rispose con un velato sorriso negli occhi; rivelare il vero motivo di quel viaggio avrebbe protratto la sua permanenza presso l'ambasciata.
- Mi auguro che sia così… Il governo locale quando ha visto la sua richiesta per il visto si è allarmato; qui davanti a me ho il suo fascicolo, ne ha combinati di guai allora… -
- Allora non avevo scelta -
- Davvero? Qui leggo che… -
- Ricordo esattamente cosa feci e come ho vissuto anni fa, ma non sono qui per rivivere quei giorni. - Disse con forza; il sorriso che le aveva increspato le labbra era sparito, lasciando trapelare una forte rabbia. Non poteva permettere all'ambasciata, o alla polizia locale di intromettersi nei suoi progetti.
- Eppure ha prenotato una camera di un resort dell’area in cui fu trovata 6 anni fa, giusto? -
- Sì, e con questo? Sono posti meravigliosi di cui riserbo un ricordo splendido, voglio solo rivederli. - Mentì con decisione.
- Spero che sia come lei sostiene, Signora - disse l’ambasciatore dopo qualche attimo di silenzio - la prego di non fare stupidaggini, non vorrei trovarmi costretto ad interrompere la sua vacanza. -
Non era sicura di aver convinto il diplomatico delle sue innocenti intenzioni, ma per lo meno quell'inconveniente era finito e poteva partire per la meta finale del viaggio.
- Non si preoccupi, è solo una normale vacanza - rispose la signora, con un lieve sorriso - ora, ambasciatore, se non le dispiace… -


- Ma cos’hai sulla schiena? - La voce di Luisa la fece sussultare, riportandola con la mente al piccolo bagno e alla doccia, che chiuse.
- Nulla di che, è solo un ricordo di un vecchio amico - disse con un sorriso.
- Che brutta cicatrice... bei ricordi che ti lasciano i tuoi amici, Franci… non era meglio una fotografia? -
Una leggera risata uscì dalle labbra di Francesca.