venerdì 11 gennaio 2008

Binario 5

Ore 7:59, sono 2 minuti che la metro è ferma a Gioia, le porte aperte ad aspettare i pendolari che s'affrettano sulle scale pensando di prendere all'ultimo un treno che non ha alcuna voglia di muoversi; e io sono in ritardo. Di nuovo. Cerco di rilassarmi riprendendo la lettura del giornale gratuito preso quando ho imboccato le scale per la banchina, ma il continuo cicalio di segnalazione delle porte scandisce il tempo come un sadico direttore d'orchestra; Perderò il treno, e dovrò prendere l'interregionale delle 8.15, sempre se questa carriola si muove, perché altrimenti posso anche tornarmene a casa penso tra me, mentre l'ansia comincia a salire facendomi sudare le mani.
Sembra essere passata un'infinità quando la metro riprende il suo cammino verso la mia destinazione, fermata Stazione Centrale; controllo l'orologio: ore 8:00, ho cinque minuti scarsi prima che l'intercity per Venezia parta, lasciandomi al bordo del marciapiede sul binario 5, se corro ce la posso fare. Mi sposto di fronte alla porta, la borsa da lavoro a tracolla, chiudendo le zip delle tasche della giacca a vento, mentre il treno comincia a rallentare per entrare nella stazione.
ore 8:01, come un levriero all'apertura del cancello scatto a tutta velocità per imboccare le scale mobili, mesi di quotidiani viaggi sul tragitto Famagosta-Centrale mi hanno insegnato qual è la porta giusta davanti cui appostarsi per poter guadagnare le scale d'uscita prima di tutti; nel fare le scale di corsa volto lo sguardo verso la scura linea dei tornelli:
- MERDA! -
5 metri prima dei tornelli d'uscita, una fila di controllori aspetta l'ondata umana di passeggeri, cercando con i loro occhi da aguzzini qualcuno da tormentare, non ho tempo di fermarmi per mostrare a loro il mio abbonamento; frugo freneticamente nella tasca interna della giacca, cercando con le dita la plastica del documento di viaggio, mentre corro a perdifiato incontro alla linea di avvoltoi.
- Biglietto perf...-
- Eccolo! - grido, mettendo davanti agli occhi di uno dei controllori il mio abbonamento, mentre lo sorpasso puntando deciso all'uscita; forse per la sorpresa, forse perché l'abbonamento è valido, l'aguzzino si lascia passare senza nemmeno fare una piega. Un doppio passo sulla pedana a molla e supero il tornello, aumentando l'andatura verso le scale.
Ore 8:02, sono appena uscito dalla stazione metropolitana e senza prendere fiato mi lancio verso la stazione Centrale; appena varcata l'entrata giro verso sinistra, per andare a prendere le scale mobili più vicine al binario; sono due giorni che quelle della biglietteria sono ferme per manutenzione, butto giusto uno sguardo per vedere se è cambiato qualcosa: no, le scale sono ancora bloccate. Il cuore mi batte all'impazzata, mentre il fiato comincia a mancarmi quando mi infilo sulla rampa mobile ed alzo lo sguardo sulla lunga salita che mi aspetta; e mi fermo. Una decina di gradini davanti a me c'è un carrello caricato oltre ogni limite di borse e valigie, un ostacolo che non posso scavalcare; non posso fare altro che lasciarmi trasportare in cima dalla scala mobile contando i secondi e pregando che il treno non parta in perfetto orario, ma dovrei avere tempo.
Ore 8:03, appena il carrello si leva dalla cima della rampa, scatto verso il binario 5, dove il treno per Venezia mi aspetta per accogliermi tra le sue poltrone, fino a portarmi a Brescia dove proseguirò la mia giornata di lavoro, attraverso la porta che immette ai binari, mi affretto verso il marciapiede e noto che dell'intercity non c'è nessuna traccia:
- Ma dove cazzo è? - mi domando perplesso, mentre nella mia mente si fa strada l'idea che la mia corsa sia stata inutile, che era meglio prendersi al volo un cappuccino ed andare verso l'interregionale; controllo di essere sul binario giusto, ricontrollo l'ora del mio orologio con gli orologi della stazione, ma questi si ostinano a segnare la stessa ora, riguardo di nuovo il binario, come se per magia il treno possa essere comparso lì, all'improvviso. Poi, folgorato da un'intuizione, guardo il tabellone delle partenze...
Eccolo lì, Binario 9! ho giusto un minuto per raggiungerlo. Mi rimetto a correre come se alle calcagna avessi dei mastini, destreggiandomi tra la fiumana di gente che si muove tra i binari, salendo, scendendo, attendendo un treno, giunto al binario 9 mi lancio verso la porta aperta dell'ultima carrozza mentre il controllore mi fa segno di muovermi, un balzo e sono nello stretto corridoio a bordo del treno.
Ore 8:05. - Martìn! pensavamo di non vederti stamattina, dovresti smetterla di arrivare sempre all'ultimo. -
- Ha ragione, dottore, mi sveglio sempre troppo tardi. - Gli rispondo, finalmente seduto nel posto che i miei compagni di viaggio mi hanno tenuto.
- Prima o poi perderai il treno, se continui così. -
- Finora non è successo; e poi non farò avanti-indietro ancora per molto. Toh, ci stiamo muovendo. -

Nessun commento: